ARCHIVIO: 1967-1972, Le Rarità            ARCHIVIO: 1967-1972, Le Rarità            ARCHIVIO: 1967-1972, Le Rarità            ARCHIVIO: 1967-1972, Le Rarità

1967-1972, LE RARITA'

LETTING YOU GO*?
(LASCIARTI ANDARE)

Tutti i miei sogni sono insicuri
Pensieri svaniti, che un tempo erano certezze
Mi desterò per qualcosa
che non avrei mai pensato capitasse.
Come in un sogno.
Lasciarti andare (2)

Mi sono alzato piano, ieri
Ho giurato di averti sentito dire
che te ne vai, sapendo
che io me ne resterò a piangere sotto il sole**.
Come in un sogno.
Lasciarti andare (2)

Tenere duro fa così male
Portami con te quando vai
Sto sanguinando, ho bisogno
di qualcuno che mi prenda per mano.
Come in un sogno.
Lasciarti andare (2)

*E’ una delle prime composizioni di Anderson, risale probabilmente al 1966-67. Il testo è abbastanza banale, ma non privo di pathos, quasi che la colpa della separazione sia anche di chi viene abbandonato (“lasciarti andare”).

**Ho lasciato per comodità la traduzione letterale. In realtà l’espressione ”in the sun” può significare anche, figurativamente, “tranquillamente”, “senza pensieri al mondo”. Più probabile, però, che il significato in questo caso sia quello più tipico dello slang sia inglese che americano, e cioè: “ubriaco fradicio”.


AEROPLANE*
(AEROPLANO)

Vola - fatto di carta e bastoncini - l'aeroplano.
Muore - il vento non "tira" - il mio aeroplano.
Spingendo e andando da qualche parte lassù
per poi precipitare verso sera -
ma sicuramente è stato là in cima

Piango - vorrei vivere la mia vita
come il mio aeroplano
Sospira nell'occhio del sole, ma dolcemente -
il mio aeroplano

Solitario, ma solo fino a quando scende
dove la gente si affanna
Ma di certo è stato lassù
Vola, il mio aeroplano

*L’unico “guizzo”  è rappresentato dal desiderio di vivere in libertà, come un aereo di carta, che è però anche in balia del vento. Per il rest un’innocua canzoncina anni ‘60.


SUNSHINE DAY*
(GIORNO DI SOLE)

Mi sono svegliato stamattina per guardare
quanto sono buffe le cose.
Perché non possono più essere come erano appena ieri?
Oh, rivoglio i miei giorni di sole

Guardo le cose che un tempo erano mie
con una tale disperazione.
Perché le cose che dico cadono nel vuoto?
Oh, rivoglio il mio giorno di sole
La mia mente piange**: ridatemi i miei giorni migliori

Dico le stesse cose di sempre, ma non sembrano più giuste.
Perché questo mondo sembra una interminabile notte nera?
Oh, ridatemi i miei giorni migliori.

*Il testo è di Mick Abrahams. E si sente. La banalità regna sovrana. Sunhine Day, letteralmente “giorno di sole”, sta ovviamente per “tempibuoni, felici”. **Torna il verbo “cry” nella doppia accezione: piangere e gridare.


TO BE SAD IS A MAD WAY TO BE*
(E' DA PAZZI ESSERE TRISTI)

Non ho fatto altro che intontirmi
Essere tristi è da pazzi
Non ho fatto altro che intontirmi
essere tristi è da pazzi
Non dimenticare il mio punto di vista
Bene, cercherò e vedrai

Potresti credermi adesso
Non sarai felice ogni giorno
Mi crederai adesso
Non sarai felice ogni giorno
I? ?momenti migliori della tua vita
capitano a casaccio
Devi darti una calmata adesso
Essere tristi è da pazzi

*Blues decisamente banale: dal vivo Anderson cambiava persino le parole (basta ascoltare le due versioni del 9 gennaio ‘69 a Stoccolma),  probabilmente non esiste una versione definitiva. 


STORMY MONDAY BLUES*
(LUNEDI' TEMPESTOSO)

Dicevo: lo chiamano lunedì tempestoso
Ma dicevo, martedì è come peggio
non si potrebbe (2)
Mercoledì è pieno di tristezza
Dico che anche giovedì è, oh, è così brutto

Ho detto, Dio
Dio, non hai un po' di pietà
Devi avere pietà per me.
Ho cercato di trovare la mia donna
Non me la porti a casa tu?
Dicevo, lo chiamano lunedì nero

*Un classico del blues, non c’è nulla da dire sul testo (tanto più che non è di Anderson), basato su una tipica iterazione temporale.


SO MUCH TROUBLE*
(QUANTI PROBLEMI)

La mia ragazza mi ha lasciato
e il mulo s'è azzoppato.
Ho perso i miei soldi a poker.
E' arrivata una tempesta, era estate,
si è portata via la casa dove vivevo
Ho avuto tanti di quei problemi...
Quanti problemi,
talmente tanti che diventerò pazzo

Mi portano in prigione, ho su il pigiama
Odio persino il fatto di essere nato.
Mi fanno uscire di galera e me ne vado in città:
non riesco ha trovare la mia donna,
mi ha piantato.
Ho avuto tanti di quei problemi...
Quanti problemi,
talmente tanti che diventerò pazzo

Ho dato in pegno l'orologio, ho dato in pegno
la catenina / Avrei dato in pegno pure
me stesso, che vergogna.
Ho trovato un lavoro per due lire / Un mattino presto mi hanno licenziato in tronco.
Ho avuto tanti di quei problemi...
Quanti problemi, talmente tanti che diventerò pazzo.

* Il testo, ovviamente, non è di Ian ma di Brownie McGhee. E’ l’apoteosi delle “sfighe” da blues compendiata in pochi versi. Nulla da aggiungere.


17*
(17)

Ricordo quando avevamo un mucchio di cose da fare -
eravamo impressionati da tutto ciò
che leggevamo e dagli eroi che conoscevamo.
Aggrappati** al tuo sogno - un sogno costruito da noi
per trovare un posto che in seguito avremmo potuto perdere
in favore di qualsiasi cosa avesse portato il tempo.

Avevamo 17 anni e il pasticcere ti colpiva
spingendoti verso cose più grandi
(in tono minore) che dovi provare.
L'orologio segnò l'estate e tu bighellonavi***.
Sperando di avere 17 anni. A 21, ne è passato di tempo.
E adesso sei qui. Prigioniero della tua scusa****.
Il cerchio si stringe ogni giorno di più. Sei
impegnati a pianificare i prossimi 50 anni.

Allora resta dove sei e tieni la testa fissa sulle solite cose.
Continua a dipingere, ragazzo, finché non troverai
un cerchio chiuso che sia migliore di una linea aperta.
Sì, resta dove sei. Ho un cerchio identico al tuo.
Forse è più grande, ma ho più da perdere.
Chi è il più fortunato - io o te?

*In 17 si intravede l’Anderson migliore. Non si raccolgono molte testimonianze su questo pezzo, ma ritengo di poter dare un’interpretazione plausibile: Anderson si rivolge al solito Jeffrey per rimpiangere la giovinezza (ovvero quando ancora non si pensava cosa si farà da grandi) e chiedersi se valga la pena condurre la vita caotica di quel momento (siamo nel ‘69) . 

**In inglese “tu” e “voi” si dice allo stesso modo. Potrebbe essere, dunque, che ian si rivolga a tutti i membri della band. ma il riferimento alla pittura più in basso fa pensare che sia Jeffrey l’interlocutore. 

***”To go round in cirlces”: letteralmente “andare in giro in cerchi”, e cioè non concludere nulla. Sulla parola “circle” che ricorre qui Anderson costruisce la metafora alla base della canzone: e cioè il cerchio come unità compiuta (un rtaggiungimento, uno scopo) ma anche claustrofobica, opposta ad una linea retta (aperta) che guarda avanti. 

****Altro elemento riconducibile a Hammond Hammond: la “scusa” per non proseguire con i Jethro era la pittura. 


LICK YOUR FINGERS CLEAN*
(LECCATEVI BENE LE DITA)

Ci vedremo alla Pesa**,
quando sarà fatto il conto della vostra vita.
E spendete delle fortune in atti divini
per fare da contraltare ai peccati commessi.
Depositate l'ultimo fardello
ai parenti stretti in difficoltà:
rimandate indietro il vaso da notte***
perché sia riempito nuovamente.

Dimenticate di essere degli eletti
e cercate di fare in fretta.
E non pretendete la perfezione -
Sarete crucifissi troppo tardi.
E dirà**** che dovreste proprio fare l'affare
mentre chiede l'elemosina.
Beh, dovreste leccarvi bene le dita,
vi ringrazio tutti.
E mentre salite sulla "buona nave terra"
e vi mescolate con la polvere
assicuratevi di lasciare le mutande
a qualcuno di cui vi fidate.

E l'ostinato lavoratore sociale che intinge
le mani in un bagno di sangue
vi accoglierà a braccia spalancate
e vi ricoprirà di fango.
E dirà che dovreste proprio fare l'affare
mentre chiede l'elemosina.
Beh, dovreste leccarvi bene le dita,
vi ringrazio tutti.

* E’ un testo decisamente complesso: la canzone è chiaramente in linea con il “credo” di Aqualung; si tratta, cioè, di un’invettiva contro l’ipocrisia religiosa nella quale la metafora scatologica prende il sopravvento. Tutto il testo si può leggere con doppi sensi non proprio raffinati, ma sufficientemente eleganti. 

** “Weighing In” è quella che nella boxe si chiama “pesatura”: è una metafora per il giorno del giudizio in termini cristiani.

*** Anderson (un po’ come Swift per chi ha dimestichezza con la letteratura inglese...) non rinuncia mai a qualche tono forte, che metta scandalosamente alla berlina la religione di facciata. Quello che va alla “pesatura” e che si tramanda di generazione in generazione finisce nel vaso da notte. E l’uomo si scopre solo polvere (“you mingle with the dust”). Si veda la Bibbia, Genesi III, 19.

****Chi è il soggetto? “He” non è scritto maiuscolo quindi non dovrebbe essere Dio, anche se questo avrebbe un senso, per quanto blasfemo. Potrebbe essere l’operaio della strofa successiva (sarà così in “Two Fingers” nella versione di Warchild).


TOMORROW WAS TODAY*
(DOMANI ERA OGGI)
e
HARD-HEADED ENGLISH GENERAL*
(IL GENERALE INGLESE TESTONE)

Non sono riuscito, purtroppo,a trovare i testi completi di questi due brani. Ne ho trascritto una parte affidandomi ai bootleg del 1972, ma la qualità è insufficiente per capire esattamente tutte le parole. Qualcuno ne sa niente in proposito (magari attraverso Internet)? Per quel poco che può interessare la prima strofa di Tomorrow Was Today è sicuramente così (non mi sembra un grande inizio...):

Luci d'argento lampeggiano
lungo l'autostrada
e centomila viaggiatori
tentano di andare in vacanza...

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