Fangala
Fangala è la rubrica che The Professor cura (quasi) con regolarità sulla fanzine del nostro fan club.
Questa pagina pubblica periodicamente articoli tratti dall'archivio della rivista.
FANGALA - Giugno 2005
Rubato il flauto di Anderson
SERIE: LE AVVENTURE DEL TENENTE COLOMBO.
Ritorna un grande classico demenziale nella storia di Itullians. The Professor inizia una nuova serie ispirata
a un noto detective tulliano...
E' il primo giorno di primavera, ed è bello passeggiare fra
gli uccellini che cinguettano e... con un metro di neve per le strade. Sì: perché a Kiev, il 21 marzo,
è ancora pieno inverno, altro che primavera!
Ian si prepara ad un'ennesima serata; i Jethro Tull suonano all' Ukraine National Palace. L'Hotel Druzhba non sarà
proprio uno dei migliori del mondo, ma non si sta neanche male. E l'organizzazione del concerto, anch'essa non
impeccabile, non è per nulla paragonabile alle usuali macchine organizzativi italiane, che - come noto -
avrebbero bisogno di ben più di un'oliata!
Tutto comunque fila liscio. Il concerto è un gran successo, e gli ucraini si esaltano. E' tempo di tornare
in albergo. Perché non andarci a piedi, per una volta? Ma sì: è bello assaporare uno scampolo
di inverno polare prima dell'arrivo della stagione calda. Ed è suggestivo passeggiare per queste magiche
vie, dove la neve non smette mai di scendere. lan decide dunque di prendere il suo flauto. e di avviarsi con Martin,
a piedi, verso l'albergo. I due passano attraverso Boulevard Sbevchenko (mai nella storia furono così veloci
a dedicare un viale ad un Giocatore di calcio!), costeggiano l'università, fiancheggiano il teatro dell'opera
(anch'esso dedicato all'attaccante del Milan!), passano da Zoloty Vorota (che cos'è?), e poco dopo ammirano
il magico Monastero di Santa Sofia, pittorescamente illuminato nella notte.
Quando stanno per raggiungere l'hotel, vengono avvicinati da due ragazze, ucraine naturalmente. Si tratta di due
esemplari leggendari di fendine, cosa del resto non rarissima da quelle parti. I nostri, pur non perdendo la paradigmatica
flemma britannica, non riescono a rifiutare il caldo invito delle due mitiche ragazze. Tura, la più alta,
prende sotto (anzi sopra!) braccio Martin, e gli sussurra qualcosa in ucraino: Martin non capisce, ma intuisce;
Lara, la più bassa (solo 1 metro e 80!), affianca Anderson, e invece di sussurrare qualcosa passa direttamente
all'azione: dà un bel bacio sulla fronte all'attonito flautista, che - pur con una temperatura di 15 gradi
sotto zero - comincia a sudare.
Ma tralasciamo i particolari, del resto - come tutta questa storia - completamente inventati; e andiamo avanti.
Le due indicano ai musicisti un locale. che si trova poco distante da un parco che ancora ospita la statua di Lenin
(credevo che solo Cavriago ricordasse il grande sovietico!); i quattro entrano nel bar, dal nome - non proprio
tipicamente ucraino - di "O'Brien's Pub". Le due coppiette si siedono al tavolo; si comincia con una
bottiglia di vino bianco moldavo (uno schifo pazzesco, ma sopportabile, vista la compagnia ... ); si passa alla
birra - in omaggio al nome del pub; e si finisce con la vodka. Secondo il costume ucraino, vengono portati in tavola,
inopinatamente, dei veri e propri "magnum" di Vodka da 70 gradi, da tracannarsi direttamente dalla bottiglia.
Il mattino dopo, al solito appuntamento delle 9, cori gli altri del gruppo, lan e Martin si presentano cori un
certo ritardo, e in forma non impeccabile. Comunque. tutto sembra a posto. Ci si prepara per la trasferta a Mosca.
All'aeroporto, Ian, prima del controllo dei bagaglio a mano, apre la custodia del suo flauto, per verificare che
qualcuno non abbia inserito a sua insaputa bombe a mano o limette per le unghie. Nulla di tutto questo, ma una
sorpresa ben più raccapricciante: il flauto non c'è più!
Il proverbiale, britannico self-control di Ian - solo raramente sostituito da un temperamento ben più mediterraneo
(chissà perché: in questi casi, ci siamo sempre io e Aldo, con lui!) - viene completamente dimenticato.
Nell'aeroporto ucraino si sentono ululati da lupo siberiano, urla beluine, improperi in scozzese medievale (in
certi casi le proprie radici si fanno sentire!), gesti da turco che ha appena subito un tamponamento! Potremmo
tradurre in livornese, l'unica "lingua" in grado di veicolare lessicalmente simili stati d'animo. Ma
non lo facciamo. Lasciamo alla fantasia del lettore immaginarsi il peggio del peggio, senza infierire ulteriormente
sul Nostro beniamino.
Superati i primi momenti di furore (l' Orlando ariostesco era un tipo tranquillo, in confronto!), Ian si mette
a sedere su di una poltrona. Viene attorniato dagli altri membri del gruppo, esterrefatti. Andy, spontaneamente,
sta per sparare una battuta delle sue, ma viene zittito appena in tempo - ancor prima di proferire parola - da
John, che vuole evitare, giustamente, reazioni letali da parte del flautista furioso.
Ian comincia dunque a riflettere. Dove è finito il flauto? Me lo sarò scordato da qualche parte?
Me lo avranno rubato" Gli tornano in mente subito le due ragazze ucraine; la serata passata con loro. Le bottiglione
di vodka scolate. Eccetera. Che siano state loro? Che sia stata Lara? Che abbia approfittato di un attimo di ...
distrazione, per fregarmi il flauto? Il mio preziosissimo flauto? Le due mitiche ucraine non hanno lasciato neppure
il loro telefonino, o un qualche recapito: come fare? Prima tappa, forzata, il commissariato di Kiev. Grandi promesse,
assicurazioni: troveremo senz'altro il suo flauto, mr. Anderson!
Chissà. Intanto, la tappa a Mosca non può aspettare. Trovato un flauto "di scorta", Ian
parte finalmente per Mosca, e i due concerti alla State Central Hall, il 22 e il 23 marzo, sono un grande successo.
Come quello del 24, a San Pietroburgo. Ma, da Kiev, nessuna nuova. Il flauto non si trova...
(fine della prima puntata)
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